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La chiesa di san rocco e la Confraternita

NORMA























LA CHIESA DI SAN ROCCO E LA CONFRATERNITA









LA CHIESA DI S. ROCCO




Non si hanno testimonianze sulla chiesa di S. Rocco anteriori al 1704 quando fu eretta la Confraternita.

La Chiesa fu dedicata all'Immacolata e a S. Rocco; la confraternita fu aggregata all'omonima di Roma nel 1736 e confermata nel 1808.

La chiesa certo è più antica perché non risulta che la Confraternita l'abbia eretta per la prima volta, era molto piccola e i Confrati si lamentavano che non poteva contenere la gente che affluiva alle sacre funzioni, così chiesero al Vescovo di Velletri perché desse loro l'autorizzazione di rimuovere l'altare e allungarla.

C'era, infatti, verso la "Rave" uno spazio abbastanza grande da utilizzare fuori delle mura castellane, dove la gente gettava le immondizie.

La stessa richiesta fu rivolta al Signor Don Francesco Borghese principe Aldobrandini e per esso a Sua Altezza Imperiale il Signor Principe Don Camillo Borghese.

Il permesso fu concesso nel 1808 con la clausola da parte ecclesiastica che il lavoro non fosse a scapito di opere più urgenti.

La costruzione subì dei ritardi; infatti, in uno scritto del Canonico Patriarca, Vicario Foraneo, dà nel 1821 il secondo permesso scritto sulla stessa domanda del 1808, al prefetto della Confraternita di S. Rocco per eseguire i lavori preventivati come sopra.

Il perché di questi ritardi durati 13 anni si possono riassumere unicamente nei costi dei lavori, come è sempre stato il lavoro costa e la povera gente normese, in certi momenti diventavano insostenibili, quindi venivano interrotti in attesa di raccolti migliori e condizioni più favorevoli.

Furono 13 lunghi anni di speranza e sacrifici per il popolo normese che la devozione a San Rocco non fecero spegnere.

Con il prolungamento dell'oratorio di San Rocco furono costruiti tre altari, il maggiore fu dedicato alla Vergine Immacolata, a San Rocco e a San Francesco Saverio, protettori della confraternita, dietro quest'altare fu costruito il coro.

Il quadro dell'altare maggiore rappresentava l'Immacolata (copia dal Murillo) S. Rocco e S. Francesco Saverio.

Gli altri due altari erano laterali, quello di destra era dedicato a S. Gaetano e S. Andrea Avellino, mentre l'altro a sinistra era dedicato al SS. mo Crocifisso godeva di particolari indulgenze ed era privilegiato.

Per comodità dei sacerdoti e della popolazione furono realizzati dei gradini che conducono nella Chiesa parrocchiale.




La chiesa oltre che alle funzioni liturgiche fu adibita fin dalle origini all'insegnamento della dottrina cristiana e per preparare i ragazzi alla Prima Comunione.

La Confraternita possiede un artistico stendardo processionale che raffigura da una parte l'Immacolata e S. Francesco Saverio; dall'altra parte S. Rocco che implora al Salvatore che cessi il flagello della peste.

Fu ordinato al pittore Antonio Spano il 6 febbraio 1839 per l'importo di trenta scudi oltre la spesa dei colori, della tela e altro occorrente.

Per di più il pittore doveva ricevere gratis per quindici giorni alloggio completo.

L'artista s'impegnava a fare un lavoro con finissimi colori a succo d'erba in modo che il dipinto non avendo grossezza, non riportava spaccature o pieghe nell'impiego delle processioni.

I colori a succo d'erba, ora non si usano più ma stanno resistendo benissimo in questo stendardo dopo 170 anni con l'inevitabile uso e umidità che hanno preso.

II portale della Chiesa di S. Rocco è romanico; quindi risalente al 1100 o 1200 circa.
Si potrebbe quindi ipotizzare che l'edificio risalga a quel tempo.

La chiesetta di San Rocco, per molto tempo rimase in uno stato di abbandono perché sia i parroci sia la confraternita si dibattevano per la padronanza, però mai per quella della manutenzione.

Dopo anni di abbandono, fu eseguito il restauro e il 16 gennaio del 1973, fu rifatto il pavimento e furono tinteggiate le pareti così la chiesetta di San Rocco, poté riaprire ufficialmente al culto religioso alla presenza di una vasta folla di fedeli.

In quell'occasione il Parroco Don Massimo Coluzzi appuntò al petto del cav. Pasquale Iacomini una medaglia d'oro.

In questo restauro la chiesa perse molto della sua antica caratteristica, l'altare in stile barocco, dove dominava l'immagine dell'Immacolata con S. Francesco Saverio e San Rocco fu demolito per prendere la forma più semplice di adesso, ma sicuramente meno bella.

Nell'occasione del restauro fu demolito anche il coro, dove si tenevano le antiche ufficiature dei confratelli.

San rocco, che prima era l'ospite d'onore nella sua cappella laterale divenne il padrone, essendo stato relegato nell'altare laterale di S. Gaetano e S. Andrea Avellino il quadro dell' Immacolata.




Interno della chiesa di San Rocco oggi


Nell'anno 2000 sono stati eseguiti importanti lavori di ristrutturazione, è stato ricostruito l'altare maggiore, precedentemente demolito, e posto su di esso la Venerata statua di San Rocco; nella nicchia di sinistra, è stata posta la statua dell' Immacolata Concezione mentre nell'altare di destra è stato collocato il quadro di San Salvatore.




Esterno della chiesa di San Rocco



LA CONFRATERNITA DI SAN ROCCO



La Venerabile Confraternita di San Rocco di Norma è stata eretta all'inizio del XVII secolo sotto la protezione della Beata Vergine Maria e di San Francesco Saverio.

Nell'anno 1736 è stata aggregata all'Arciconfraternita di San Rocco di via Ripetta in Roma, aggregazione confermata nel 1808.

L'abito confraternale è composto di una veste verde e da una mozzetta azzurra, bordata di nero.

Sulla mozzetta, nella parte sinistra è posta l'immagine di San Rocco.

La veste è cinta da un cordone verde, allacciato sulla parte destra.

La confraternita ha la propria sede presso l'Oratorio dedicato all'Immacolata e a San Rocco, adiacente alla Chiesa Parrocchiale di Norma.

La venerazione verso San Rocco del popolo normese è molto antica.

Essa è stata favorita, oltre che dalla bella figura del Santo di Montpellier, anche dalla sua potente intercessione presso Dio verso i pericoli delle malattie contagiose, in particolar modo la peste, così frequenti nei secoli passati.

Tutt'oggi, la festa di San Rocco, celebrata con particolare solennità il 16 agosto, rappresenta, insieme con quella della Madonna del Rifugio dei Peccatori (celebrata la 1° Domenica di settembre), uno dei momenti più aggreganti dell'identità normese.

La Confraternita di San Rocco possiede importanti oggetti devozionali; la bella Statua del Santo acquistata nel XIX secolo e un pittoresco stendardo processionale, realizzato nel 1839 a base di succhi d'erba, raffigurante da una parte la Vergine Maria con San Francesco Saverio e dall'altra parte San Rocco che implora la protezione divina contro il flagello della peste.

Ora la Confraternita, insieme con le altre presenti nella Parrocchia di Norma (SS. Sacramento, S. Rosario, Buona Morte e Santa Barbara), è impegnata in un cammino di spiritualità per vivere più intensamente la propria vocazione, seguendo il carisma del suo Santo Protettore, in unione a Cristo e alla sua Chiesa.






Questa foto degli anni '80 ritrae la sig.ra Tomassina, che precedeva la banda musicale
con il suo baldacchino formato da candele e fiori,era una tradizione nelle processioni.








La processione di San Rocco


SAN ROCCO



Nonostante la grande popolarità di San Rocco, le notizie sulla sua vita sono molto frammentarie per poter comporre una biografia in piena regola, comunque è possibile, grazie ai molti studi fatti, tracciare a grandi linee un profilo del nostro Santo, elaborando una serie di notizie essenziali sulla sua breve esistenza terrena.

Tra le varie "correzioni" che sono state proposte alle date tradizionali (1295-1327), si è gradatamente imposta quella che oggi sembra la più consolidata: il Santo è nato a Montpellier fra il 1345 e il 1350 ed è morto a Voghera fra il 1376 ed il 1379 molto giovane a non più di trentadue anni di età.

Secondo tutte le biografie i genitori Jean e Libère De La Croix erano una coppia di esemplari virtù cristiane, ricchi e benestanti ma dediti ad opere di carità.

Rattristati dalla mancanza di un figlio rivolsero continue preghiere alla Vergine Maria dell'antica Chiesa di Notre-Dame des Tables fino ad ottenere la grazia richiesta.

Secondo la pia devozione il neonato, a cui fu dato il nome di Rocco (da Rog o Rotch), nacque con una croce vermiglia impressa sul petto.

Intorno ai vent'anni di età perse entrambi i genitori e decise di seguire Cristo fino in fondo: vendette tutti i suoi beni, si affiliò al Terz'ordine francescano e, indossato l'abito del pellegrino, fece voto di recarsi a Roma a pregare sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità.

Non è possibile ricostruire il percorso prescelto per arrivare dalla Francia nel nostro Paese: forse attraverso le Alpi per poi dirigersi verso l'Emilia e l'Umbria, o lungo la Costa Azzurra per scendere dalla Liguria il litorale tirrenico.

Certo è che nel luglio 1367 era ad Acquapendente, una cittadina in provincia di Viterbo, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, il nostro Santo chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti.

Tracciando il segno di croce sui malati, invocando la Trinità di Dio per la guarigione degli appestati, San Rocco diventò lo strumento di Dio per operare miracolose guarigioni.

Ad Acquapendente San Rocco si fermò per circa tre mesi fino al diradarsi dell'epidemia, per poi dirigersi verso l'Emilia Romagna dove il morbo infuriava con maggiore violenza, al fine di poter prestare il proprio soccorso alle sventurate vittime della peste.
L'arrivo a Roma è databile fra il 1367 e l'inizio del 1368, quando Papa Urbano V è da poco ritornato da Avignone.

E' del tutto probabile che il nostro Santo si sia recato all'ospedale del Santo Spirito, ed è qui che sarebbe avvenuto il più famoso miracolo di San Rocco: la guarigione di un cardinale, liberato dalla peste dopo aver tracciato sulla sua fronte il segno di Croce.

Fu proprio questo cardinale a presentare San Rocco al pontefice: l'incontro con il Papa fu il momento culminante del soggiorno romano di San Rocco.

La partenza da Roma avvenne tra il 1370 ed il 1371.

Varie tradizioni segnalano la presenza del Santo a Rimini, Forlì, Cesena, Parma, Bologna.

Certo è che nel luglio 1371 è a Piacenza presso l'ospedale di Nostra Signora di Betlemme.

Qui proseguì la sua opera di conforto e di assistenza ai malati, finché scoprì di essere stato colpito dalla peste.

Di sua iniziativa o forse scacciato dalla gente si allontana dalla città e si rifugia in un bosco vicino Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia.

Qui un cane lo trova e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane, finché il suo ricco padrone seguendolo scopre il rifugio del Santo.

Il Dio potente e misericordioso non permette che il giovane pellegrino morisse di peste perché doveva curare e lenire le sofferenze del suo popolo.

Intanto in tutti i posti dove Rocco era passato e aveva guarito col segno di croce, il suo nome diventava famoso.

Tutti raccontano del giovane pellegrino che porta la carità di Cristo e la potenza miracolosa di Dio.

Dopo la guarigione San Rocco riprende il viaggio per tornare in patria.

Le antiche ipotesi che riguardano gli ultimi anni della vita del Santo non sono verificabili.

La leggenda ritiene che San Rocco sia morto a Montpellier, dove era ritornato o ad Angera sul Lago Maggiore.

E' invece certo che si sia trovato, sulla via del ritorno a casa, implicato nelle complicate vicende politiche del tempo: San Rocco è arrestato come persona sospetta e condotto a Voghera davanti al governatore.

Interrogato, per adempiere il voto non volle rivelare il suo nome dicendo solo di essere "un umile servitore di Gesù Cristo".

Gettato in prigione, vi trascorse cinque anni, vivendo questa nuova dura prova come un "purgatorio" per l'espiazione dei peccati.

Quando la morte era ormai vicina, chiese al carceriere di condurgli un sacerdote; si verificarono allora alcuni eventi prodigiosi, che indussero i presenti ad avvisare il Governatore.

Le voci si sparsero in fretta, ma quando la porta della cella venne riaperta, San Rocco era già morto: era il 16 agosto di un anno compreso tra il 1376 ed il 1379.

Prima di spirare, il Santo aveva ottenuto da Dio il dono di diventare l'intercessore di tutti i malati di peste che avessero invocato il suo nome, nome che venne scoperto dall'anziana madre del Governatore o dalla sua nutrice, che dal particolare della croce vermiglia sul petto, riconobbe in lui il Rocco di Montpellier.

San Rocco fu sepolto con tutti gli onori.

Sulla sua tomba a Voghera cominciò subito a fiorire il culto al giovane Rocco, pellegrino di Montpellier, amico degli ultimi, degli appestati e dei poveri.

Il Concilio di Costanza nel 1414 lo invocò santo per la liberazione dall'epidemia di peste ivi propagatasi durante i lavori conciliari.


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