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Ninfa

NORMA































NINFA


NINFA




Il nome Ninfa deriva dalla mitologia greco romana.

Le ninfe erano dei minori della terra e delle acque, che facevano parte del seguito di Bacco, Artemide e Afrodite.

Le ninfe erano rappresentate dalla fantasia come delle belle ragazze, le quali abitavano i boschi, i mari, i monti e le sorgenti.

Le ninfe del mare erano chiamate: Oceanine e Nereidi.
Quelle dei monti: Oreadi
Quelle delle sorgenti si chiamavano: Naiadi o Camene.
Quelle dei boschi e delle piante: Driadi, queste però non erano immortali, ma vivevano quanto le piante cui loro appartenevano.





Non si hanno sufficienti documentazioni circa la nascita della città di Ninfa, però si può affermare che questa non esisteva nell'età romana.

C''era un solo tempio dedicato alle Ninfe, nelle vicinanze vi erano molte ville patrizie costruite nella vasta pianura.

Nelle vicinanze dell'attuale Abbazia di Valvisciolo, c'era la villa di Ottavio, console vissuto ai tempi di Mario e Silla, presso il fiume Ninfeo quella di Caio Scipione Curione, molto amico di Silla i quali avevano combattuto insieme la guerra d'Asia.

Nelle campagne di Doganella furono ritrovati molti ruderi di queste ville, quindi si ritiene che in quei tempi questi posti fossero salubri ed erano coltivati.

Dopo la distruzione di Norba e con la conseguente calata dei barbari, molte delle persone che abitavano la collina s'insediarono nei pressi di Ninfa andando a popolare la zona che era difesa dalle acque del lago e del fiume.

La campagna intorno era fertile e assolata, c'erano molti vigneti e uliveti, questo determinò la crescita e la fortuna di questa cittadina in breve tempo.

Ninfa in questi anni divenne una cittadina veramente splendida, aveva nove chiese, due fuori le mura, queste erano dedicate a S. Pietro e S. Clemente, le altre sette erano all'interno: S. Maria Maggiore, S. Biagio, S. Salvatore, S. Leone, S. Angelo, S. Marino e S. Quinziano.

Nelle vicinanze c'era anche il monastero di S. Maria delle Marmore, che lo storico veliterno il Vescovo Borgia presume che questo sorgesse nei pressi dell'attuale Doganella di ninfa.

Ninfa, Norma e il suo territorio furono donate dall'imperatore Costantino Copronomo a Papa Zaccaria intorno all'anno 741.

Dopo qualche anno la zona fu occupata di nuovo dai Longobardi, nel IX secolo subì l'occupazione della famiglia dei Conti Tuscolo, questa fu liberata da Papa Gregorio VII nell'anno 1085.

Nel 1118 un altro Papa, Pasquale II assegnò il feudo di Ninfa al popolo e disciplinò l'amministrazione e gli obblighi verso il governo centrale con molta saggezza.

Dato che Ninfa era in una posizione strategica e questo era molte volte causa di guerre il Papa fece abbattere tutte le mura a difesa, così i signorotti vicini non la potevano assediare per fortificarsi in essa.

Il conte Tuscolo Tolomeo dopo qualche anno riconquistò quasi tutto l'agro pontino, compresa ninfa ma Papa Eugenio III gliela ritolse e la diede in feudo a Cencio e ai nipoti Oddone e E Frangipane.

Durante il regno dei Frangipane nell'anno 1159, fu consacrato Papa Alessandro III, contro il volere di Federico Barbarossa.

Quest'affronto mandò su tutte le furie Barbarossa, il quale mandò le sue armate capitanate da Goteolino e Cristiano di Magonza per distruggere Ninfa e le città fedeli ad Alessandro III, questa guerra durò per circa otto anni, anche il Barbarossa intervenne in questa cruenta lotta e riuscì ad assediare anche Roma.

In tutto questo trambusto il Papa Alessandro III fuggì verso Benevento, la guerra terminò nel 1167 con la distruzione e il saccheggio di Ninfa e le zone limitrofe.

Federico Barbarossa dopo dieci anni dovette chiedere perdono e pace a Papa Alessandro III, il quale lo ricevette a Venezia.

I Frangipane nel periodo in cui regnarono accumularono ingenti debiti con i Paparoni e i loro parenti, i quali nel 1204 cedettero ogni loro diritto a Ottaviano Conti.

In quel periodo erano molto frequenti i tafferugli tra gli abitanti di Ninfa e i cittadini dei paesi limitrofi quali, Sermoneta, Sezze, Cori e Velletri, per rimediare a tutto questo il feudo fu levato ai Frangipane e consegnato nell'anno 1216 a Giacomo Conti per ordine di Papa Innocenzo III, il quale lo ritenne che potesse far mantenere la pace tra quei popoli.

Nel 1300 la Famiglia Caetani possedeva tutta la pianura pontina, a questa famiglia apparteneva anche Papa Bonifacio VIII.

Pietro Caetani diede un grande stimolo alla costruzione della fortezza.
Fu questo per Ninfa un periodo di grande prosperità: costruì una torre quadrata alta trenta metri che ancora oggi si può ammirare, comprò dai monaci della badia di S. Maria del Monte Mirteto dei mulini per i cereali e uno per la mortella.

Le mura furono rinforzate, il castello fu ampliato, fu eretto un muro di contenimento per le acque della vicina sorgente in modo tale da ampliare il piccolo lago già esistente, fu ampliato il palazzo comunale e costruiti nuovi mulini e due ospedali chiamati di San Matteo e Le Mancinule; erano inoltre presenti un gran numero di chiese sia dentro che fuori le mura e tantissime botteghe sia artigiane che commerciali.

In questo periodo si ebbero alcuni interventi per il risanamento della palude circostante.

Dalle descrizioni dell'epoca la cittadina di Ninfa era molto rigogliosa, nella sua area c'erano all'incirca 150 case, queste erano quasi tutte a due piani, quello superiore era quasi prevalentemente usato per riporvi le derrate alimentari destinate al consumo familiare, e poi strade, mulini, ponti, due ospedali, un castello e un municipio.

La città era difesa da una cinta muraria della lunghezza di quasi 1.400 metri, divisa da almeno undici torri, anche se probabilmente erano molte di più. Nelle abitazioni delle famiglie di maggior riguardo s'innalzavano delle alte torri, alcune di queste famiglie erano dei casati dei Vari, Scatafassi, Razza e i Banti.

Intorno all'anno 1380 ci fu una contesa per i soliti motivi d'interesse tra Onorato Caetani e i cugini che possedevano sia Norma sia Ninfa.

Onorato Caetani attaccò con le sue milizie mercenarie provenienti dalla Guascogna, Bretagna e anche dall'Italia la cittadina di Ninfa, a questi si unirono anche i Sermonetani con a capo Andrea Spinello da Itri.

Nonostante che Ninfa fosse ben difesa ben presto cadde tra le mani del nemico, fu depredata e dopo un anno fu la fine, il danno che subirono i Ninfini fu ingente si calcola che la somma sia stata di 1500 fiorini d'oro.

In quell'anno, il 1381 si riunirono i cittadini di Sermoneta, Bassiano e Sezze con l'intento di radere al suolo la cittadina di Ninfa, poiché il loro odio si perdeva nella notte dei tempi.

Scesero dai loro paesi armati di picconi e arnesi atti alla demolizione e si avviarono scortati verso la già martoriata Ninfa ben scortati dai soldati mercenari, appena giunti a destinazione demolirono tutte le case e appiccarono il fuoco a tutto ciò che poteva bruciare.

I cittadini di Ninfa che riuscirono a salvarsi si rifugiarono chi verso Norma chi nel monastero del Monte Mirteto e assistettero inermi alla furia della distruzione di quegli uomini che avevano odiato da sempre, Ninfa e i suoi abitanti.

Dopo questo episodio Ninfa non venne più ricostruita: resistettero soltanto poche capanne di contadini che lavorano le campagne circostanti anche se con l'avanzamento della palude e la malaria costrinsero i pochi residenti a lasciare la zona.

Nel 1471 i Caetani aprirono a Ninfa una ferreria i cui lavori erano iniziati nel 1457 e dopo solo qualche anno di attività fu chiusa. Nello stesso periodo il castello fu utilizzato come prigione.

Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Ceatani diede ordine all'architetto Francesco Capriani di costruire un giardino nell'area di Ninfa, costituito semplicemente da due viali ad angolo retto e da due nicchie dalle quali fuoriusciva acqua che poi si riversava nel fiume per l'allevamento di trote: questo giardino cadde in rovina poco dopo la morte del cardinale nel 1585.

Nel XVIII secolo di Ninfa non rimaneva più alcuna traccia dopo che anche l'ultimo mulino e la gualchiera chiusero.

Nel 1765 il municipio venne trasformato in granaio dal duca Francesco V e nello stesso periodo papa Pio VI avviò una bonifica delle paludi ma non si riuscì a concludere i lavori.

Nel 1921 Gelasio Caetani iniziò la bonifica della zona e fece restaurare diversi ruderi di Ninfa, in particolar modo la torre e il municipio, per farne inizialmente una residenza estiva, mentre i lavori proseguivano la madre, Ada Wilbraham, iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggia all'estero e che ben si sviluppavano a Ninfa a causa del clima favorevole, molto umido, offerto dal fiume Ninfa e dalla rupe di Norma che bloccava il passaggio delle nubi più basse provocando frequenti piogge.

I lavori per l'allestimento del giardino furono proseguiti poi da Roffredo Caetani, dalla moglie Marguerite Chapin e dalla figlia Lelia Caetani: furono proprio le due donne e soprattutto Lelia, durante gli anni trenta, a dare al giardino una struttura tipica all'inglese.

Leila Caetani, senza eredi, fu l'ultima rappresentante della famiglia Caetani, che dopo oltre settecento anni interrompeva il suo casato: la donna però, prima della sua morte, avvenuta nel 1977, istituì la fondazione, "Roffredo Caetani di Sermoneta," al quale intestò oltre al castello di Sermoneta anche il giardino, tuttora questa fondazione si occupa del parco.

Intorno al giardino a partire dal 1976 in un'area di 1800 ettari è stata istituita un'oasi del WWF a sostegno della flora e della fauna del luogo, è stato realizzato un impianto boschivo ed un sistema di aree umide per agevolare la sosta e la nidificazione dell'avifauna ed allo stesso tempo si è voluto ricreare, su un'area di quindici ettari, la vegetazione tipica della zona, ossia quella prettamente paludosa, già esistente fino agli anni trenta, prima che la zona pontina venisse del tutto bonificata.

L'area si trova sul tragitto di una delle principali rotte migratorie percorse da uccelli che, provenienti dai paesi africani, si trasferiscono in varie aree dell'Europa.

Dopo la creazione dell'oasi, nella zona si sono registrati arrivi di alzavole, germani reali, canapiglie, aironi, pavoncelle e alcune specie di rapaci.

Ninfa è stata dichiarata Monumento Naturale con Legge Regionale del 1976, è situata sui territori dei comuni di Cisterna di Latina e Sermoneta.

Ma Ninfa è soprattutto una magnifica oasi naturalistica, unica al mondo, creata dove un tempo regnava la palude, nel 2000 tutta l'area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico ed il giardino è stato considerato come il più bello al mondo.


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Le foto che seguono sono state gentilmente concesse alla pubblicazione dal sig. Attilio Ferrari.





































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